Delpini a Nocetum:”Continuiamo a coltivare speranza”
In visita presso il nostro Centro, l’Arcivescovo di Milano ha ascoltato le testimonianze, messo a dimora delle piantine e pregato insieme alla Comunità di Nocetum
«Voglio fare l’elogio di quelli che si ostinano a piantare semi di speranza e futuro. Siamo un piccolo segno, una piantina fragile come il cavolo cappuccio che abbiamo piantato, ma abbiamo una parola da dire: la pace è possibile». Sabato 5 marzo il nostro arcivescovo, monsignor Mario Delpini, è venuto a farci visita a Nocetum. Dopo aver ascoltato le video testimonianze di volontari e operatori, ha raggiunto i campi della city farm e, indossati grembiule e guanti da lavoro, ha messo a dimora diverse piantine. Don Mario, così ci sentiamo di chiamarlo per lo spirito cordiale e fraterno con cui è stato fra noi – ha piantumato con la cura di chi sa che per vedere germogliare occorre seminare con amore.
L’abbiamo sentito vicino, anche nel riconoscere a Nocetum una storia di fede, speranza e accoglienza. Ci ha invitati a non scoraggiarci nemmeno in questi tempi di violenza e pandemia: «Sento gratitudine per tutti coloro che non si lasciano scoraggiare dai segnali di guerra, per coloro che continuano a coltivare quel pezzetto di terra che gli è stato affidato», ha detto Delpini. «Non sappiamo come reagire davanti a questa assurdità. Gesù ci dice “non sia turbato il vostro cuore”: dobbiamo riabilitare la nostra società, la città e la terra ferita da inquinamento e trascuratezza. Dobbiamo riabilitarci a vivere in comunità: siamo ammalati di egoismo, paura e sospetto, ma Gesù ci dice che siamo capaci di amare come lui ci ha amati».
Occorre seminare speranza, quindi. Una speranza che per l’arcivescovo è fatta appunto di gratitudine, riabilitazione e profezia: «Noi siamo poco, siamo piccoli, ma abbiamo una parola da dire, una possibilità nuova di coltivare la terra e abitare la città pur avendo origini e religioni diverse: la pace è possibile».
Intenso anche il momento di preghiera nel Giardino benessere, con i canti animati dal nostro Gruppo di preghiera. «Benedico questo luogo, coloro che vi abitano e coloro che lo visitano, coloro che lo sostengono con professionalità, lavoro e dedizione volontaria. Benedico questa terra, perché sia il giardino della fraternità. Benedico questo momento della storia perché sia una seminagione di speranza contro tutte le voci di distruzione e di morte, benedico la speranza che ciascuno di noi porta nel cuore, benedico voi e tutte le persone che vi stanno a cuore, io benedico questa città». Fra un mese i cavoli arriveranno a maturazione e ne faremo conserve che manderemo anche all’arcivescovo.
Grazie, don Mario! Continuiamo a piantare semi di pace!