Tre anni e poco più in uno sguardo (e un sorriso!). Il progetto A.C.E. raccontato dalla matita di Monica Diari
Ci sono i partner: DEAFAL ONG. CASCINET, Italia Nostra CFU e Nocetum. Ci sono obiettivi, azioni, pubblici, strategie ed eventi, tutto sostenuto dalla fiducia e l’impegno di Fondazione Cariplo. Il progetto A.C.E. (Agroecologia ed Economia Circolare per un nuovo sud Milano) si racconta grazie al tratto – spiritoso e al contempo sobrio – di Monica Diari.
Una narrazione che si sviluppa in un rapido – ma completo – “volo” sul progetto. Con una sintesi visiva degli aspetti – e delle ricadute positive sul pubblico cittadino – accompagnati da personaggi fortemente empatici che si alternano nello slalom tra iniziative, luoghi, eventi e risultati che hanno composto A.C.E.
“La facilitazione visuale opera e funziona attraverso il disegno e le immagini”, afferma Monica. “Si serve della capacità di visualizzare attraverso tratti semplici, simboli e icone anche i concetti più complessi, stimolando le capacità di apprendimento e memorizzazione visiva che c’è in ciascuno di noi”.
“Un progetto come A.C.E.” conferma Maddalena Tommasone, referente per l’Area Ambiente di Nocetum e responsabile del progetto A.C.E., “ha letteralmente ‘messo in moto’ un ventaglio molto ampio di processi all’interno di quel complesso sistema agroambientale che è presente nel sud Milano. A conclusione di questo percorso, ci siamo impegnati anche per offrire alla cittadinanza, alle istituzioni, agli insegnanti e a tutti i soggetti coinvolti sul territorio una sintesi di quanto abbiamo realizzato in questi anni, in termini accessibili anche a chi non è abituato a sentir parlare di agroecologia, ambiente e sostenibilità”.
“E proprio per questo” completa Gloria Mari, referente del Centro Nocetum, “ci siamo impegnati a offrire una comunicazione il più possibile immediata, trovando in Monica Diari la capacità di offrire una ‘facilitazione visuale’ (come lei stessa la definisce) che sapesse accompagnare e chiarire allo stesso tempo i passaggi, anche tecnici, necessari per avviare trasformazioni profonde sul territorio”.
“Sono completamente d’accordo”, aggiunge Gloria in conclusione, “con chi, tra i nostri partner di progetto, ha voluto sottolineare le connessioni tra persone e luoghi in questi spazi così importanti sul territorio e recuperati (l’esempio del Bosco di Rogoredo è il più evidente) alla socialità e alla fruizione delle bellezze naturali che questa zona ai confini della città riesce così a proporre”.
A.C.E. è terminato, ma siamo consapevoli che sono stati piantati semi, i quali – già germogliati e cresciuti – hanno bisogno di continuare ad essere curati da tutti, per portare frutti ancora più copiosi in futuro.