Pensiero
VICINA AL CREATO, VICINA A DIO
«Quando abbiamo iniziato a pregare a Nosedo la situazione presentava un notevole degrado, sia sociale sia ambientale; la Parola di Dio ci ha guidato a vedere, comprendere e quindi ad agire di conseguenza. Per questo è nata Nocetum, che cerca di prendersi cura dell’uomo nella sua integrità, cioè della sua anima, del suo corpo e dell’ambiente in cui vive, riconoscendolo come opera meravigliosa e unica del Creatore» (sAncilla, 2007).
Il creato, le creature e il Creatore: per suor Ancilla tutto è connesso. Non può esserci cura dell’uomo senza cura dell’ambiente, e non si può amare Dio senza amare l’uomo e la casa in cui vive. Fin dagli anni Novanta Ancilla teorizza e mette in pratica quella che papa Francesco nella Laudato si’ definisce ecologia integrale e per la quale uomo, ambiente e diritti sono strettamente connessi. Oggi si tratta di un concetto relativamente diffuso ma prima dell’enciclica green non lo era affatto: in anticipo sui tempi, Ancilla sarebbe stata del tutto in sintonia con il pontificato di Francesco. Nel 2001, assieme al Consiglio delle Chiese cristiane di MIlano, Ancilla ha anche dato vita alla Festa del creato per «ringraziare il Signore del luogo meraviglioso in cui ci ha chiamato a vivere e ricordare l’importanza di una corretto comportamento ecologico, da “custodi del Creato”».
POVERA TRA I POVERI
«Era pieno inverno, una giovane coppia sudamericana con un bimbo in braccio di neanche un anno, fradici e infreddoliti, bussarono alla porta nel buio della sera: “Non riusciamo a trovare un posto al riparo per passare la notte”. Non avevo nulla: la cascina era ancora disabitata e malconcia: l’ex stalla mi sembrò il posto più sicuro. Tirate da parte un po’ di cianfrusaglie e messe insieme quattro coperte si sistemarono alla “bell’e meglio”. Pochi giorni dopo era Natale! È iniziata così per noi l’accoglienza a Nocetum».
Così Ancilla racconta la prima accoglienza a una famiglia, nel 2003, a cui poi seguirono una serie di “porte aperte” nonostante i pochi mezzi a disposizione. Umile ed essenziale, Ancilla si veste e si nutre di ciò che il lavoro e la provvidenza mettono a disposizione. Povera tra i poveri, sceglie sempre la strada della condivisione del Bene e dei beni. Non chiude mai la porta a chi ha bisogno come – solo per fare un esempio – i rom scampati all’incendio del campo di via San Dionigi nel 2007, che grazie a lei trovano accoglienza e supporto. Il tutto con la naturalezza e la spontaneità di chi mette a disposizione un bene a sua volta ricevuto, come spiega chiaramente nel 2006: «L’offrire accoglienza trova la sua origine nel fatto che noi per primi siamo accolti da Gesù e se accogliamo a nostra volta diamo in fondo solo ciò che abbiamo ricevuto».
SORELLA DI TUTTI
«Firenze. La Parola di Dio donata ai fratelli, la testimonianza della mia consacrazione mi ha messo al mio posto, mi ha dato l’identità della mia vocazione, ma soprattutto ai fratelli ha fatto molto bene. L’incontro con Beatrice, il dialogo sul piano umano da donna a donna, l’incontro sempre sereno e costruttivo con lei tra cattolica e protestante mi ha molto aiutata e illuminata. Ritorno a casa rifatta».
Molteplici incontri caratterizzeranno la sua vita, dandole un’impronta fortemente ecumenica. Da quella celebrazione del 1968 “all’Inizio dell’ottavario di preghiera per l’unità della Chiesa”, nella Chiesa del Gesù di Roma, alla partecipazione nel 1982 a Pentecoste sull’Europa, primo incontro ecumenico del continente in ambito carismatico, che si svolge a Strasburgo e di cui Ancilla era guida per l’Italia. Da qui scaturirono le prime Montee a Jerusalem che radunarono nella Città santa cattolici e protestanti per invocare l’unità dei cristiani insieme ai fratelli ortodossi “pietre vive” del posto. Ancilla sarà poi promotrice del cammino ecumenico anche negli anni successivi, questa volta con i convegni “Comunione di preghiera” organizzati a partire dal 1998 a Milano. Il suo ecumenismo nasceva dalla preghiera, sentendosi monaca nella città: «Stare in silenzio significa anche costruire rapporti diversi, lavorare per la rigenerazione. Vivere un “monachesimo nella città” trova le sue radici a Gerusalemme, la Città santa, dove ha inizio la Chiesa con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste».