Comunità Laudato si’: Forum 2022, si torna a stare insieme
Sintesi della due giorni di incontri il 2 e 3 luglio, tra Amatrice e Rieti, che ha visto diversi rappresentanti confrontarsi sui temi della transizione ecologica, cibo per tutti, risorse ed energia
Le Comunità Laudato si’ tornano a incontrarsi insieme dopo due anni di pandemia: e quest’emergenza Covid, cui si è aggiunta la guerra, «hanno spostato il riferimento rispetto al disastro ambientale annunciato che sarà molto più grave dei due anni che abbiamo passato», esordisce Carlo Petrini nell’aprire il Forum delle Comunità che torna a svolgersi laddove l’esperienza è nata dall’intuizione del leader di Sloow Food e del vescovo Domenico Pompili: Amatrice.
All’auditorium Monti della Laga (la struttura realizzata nell’Amatrice post sisma dalla Croce Rossa), e poi l’indomani a Rieti all’auditorium Santa Scolastica, sono convenuti – pur se con i numeri limitati dai contagi in questo picco estivo di risalita dei positivi – rappresentanti di diverse Comunità sorte in Italia per riflettere in particolare sul tema delle risorse, alimentari ed energetiche, in vista di quella transizione ecologica di cui tutti parlano senza probabilmente aver ben chiara la drammaticità della situazione.
Al Forum che aveva per tema “Dialogo sulla transizione ecologica: cibo, energia e risorse naturali”, coordinato dal giornalista Stefano Arduini, direttore di Vita, si è inteso affrontare la questione delle comunità energetiche, pensando all’idea che le Comunità Laudato si’ possano fungere da apripista per questa che appare una via percorribile di utilizzo virtuoso delle risorse.
Del resto, spiega il gesuita francese Gaël Giraud, economista del Cnrs di Parigi, ci troviamo in un momento di trasformazione epocale e occorre «pensare a una società diversa» in cui ogni realtà locale possa autoprodurre la propria energia. Non, però, con «un metodo autoritario», secondo il modello cinese, in cui tutto è imposto dall’alto, ma con un’opzione “partecipata”: «un’alleanza tra istituzioni pubbliche e società civile» secondo un modello decentralizzato, dove ogni comunità «a partire dalla capacità di produrre energia dal basso per essere autosufficiente» giunge a ottenere «autorità politica» per contare veramente.
Un’esigenza non più rinviabile, insiste Petrini, ribadendo che dalla politica non ci si può aspettare più di tanto e occorre un movimento che parta dal basso: «Siamo a un livello di irreversibilità. Con lo sconquasso della pandemia e poi la guerra… la politica si sofferma su queste due emergenze e trascura l’emergenza ecologica», indicando soluzioni «che rispetto alle nostre tematiche sono irrilevanti» […]. Cosa sperare dunque? L’unica, per Petrini, è «sollevare un movimento dal basso per realizzare piccoli comportamenti virtuosi che se diventano collettivi, cominciano ad avere quella rilevanza politica dinanzi alla quale anche la politica debba prendere posizione».
Sul cibo, ribadendo quanto aveva già detto poco più di un mese prima all’incontro organizzato alla Riserva dei Laghi durante il Festival della Comunicazione dei Paolini svolto a Rieti, torna a evidenziare come «il principale responsabile di questo sconquasso ambientale è il sistema alimentare» con l’eccessivo consumo di carne, che significa milioni di ettari di terreno sottratto alle foreste e all’agricoltura e milioni di metri cubi di acqua utilizzati. L’indicazione resta, allora, quella di ridurre del 50 per cento il consumo di carne: «Non per mortificazione, ma per stare meglio».
Dalla politica, quando persino ministri parlano di tornare al carbone o esaltano il nucleare, c’è poco da aspettarsi. Eppure, spiega Giraud, per l’energia alternativa «il settore industriale è pronto. La maggioranza degli industriali hanno capito che la transizione ecologica è il business del domani». E sul sistema bancario c’è la possibilità di agire in tal senso, magari cominciando, come Comunità Laudato si’, a far partire l’idea di «spostare i nostri investimenti verso le banche più virtuose».
Economicamente non parliamo di cose impossibili, tutt’altro: «Non è vero che transizione ecologica è perdita di posti di lavoro, anzi diventa l’occasione per creare nuovi lavori green», spiega Giraud.
Ma occorre muoversi. Si veda l’emergenza idrica che sta dando filo da torcere in questo periodo. Per l’acqua, «la soluzione è la desalinizzazione dell’acqua marina. Nel 2040 sarà troppo tardi, eppure tanto in Italia quanto in Francia non si sta facendo ancora niente».
Nella seconda parte del pomeriggio amatriciano si è presentata l’opportunità delle comunità energetiche, a partire da un’esperienza che può fungere da modello: quella realizzata a Magliano Alpi, nel Cunese. A parlarne il sindaco Marco Bailo e presidente della Comunità Energetica Rinnovabile, che ne illustra innanzitutto la filosofia di partenza: «far capire al cittadino che è una cosa conveniente ma non solo dal punto di vista economico: prima ancora l’importanza di ricostruire una comunità». Per loro è servito anche a rimettere in piedi la socialità perduta con il lockdown, in un’ottica di condivisione e di compartecipazione.
A spiegare genesi, funzionamento, organizzazione, il presidente del comitato scientifico che ha seguito il progetto, il professor Sergio Olivero, e il tecnico Luca Barbero.
Il saluto finale lo ha dato il vescovo Domenico Pompili, che ha poi invitato a visitare il cantiere di Casa Futuro, l’ampio complesso che sorgerà nell’area dell’Opera Don Minozzi: l’ingegner Pierluigi Pietrolucci ha illustrato ai partecipanti quel che sarà la realizzazione che, tra l’altro, costituirà anche il centro base delle Comunità Laudato si’.
Fonte: sito ufficiale delle Comunità Laudato si’
Per poter ascoltare gli interventi integrali:
Prima parte: https://youtu.be/OHw6bE9Q2bM
Seconda parte: https://youtu.be/ZzRnn2Vlw4U